2023.11 ANNISESSANTA Collettiva maestri contemporanei Oltrearte Galleria Contemporanea Conegliano

Arte astratta anni Sessanta. Qualche appunto.

Luca Pietro Nicoletti

Oltrearte Galleria Contemporanea

Fin dai primi anni del secondo dopoguerra le ricerche astratte italiane hanno mostrato una spiccata vocazione internazionale, anzi hanno dichiarato esplicitamente, tramite una intensa attività espositiva, di ambire all’elaborazione di un linguaggio internazionale che unificasse le proposte provenienti da più parti d’Europa sotto le insegne del “concretismo”, magari anche della sua possibile applicazione alla “sintesi delle arti”. Fu subito chiaro, più che nella stagione delle avanguardie storiche, che quella poteva essere la bandiera di una unità culturale che superasse la distinzione di identità nazionali caratteristiche delle istanze informali e, ancora più, quella declinazione della pittura di segno e materia che oscillò fra le definizioni di “ultimo naturalismo” e “astratto concreto”. Se in questo caso, come esemplifica la parabola artistica di Ennio Morlotti, si trattava di stabilire un legame forte fra pittura e territorio - come se un certo modo di dipingere fosse impensabile senza il contatto diretto con un certo paesaggio e gli umori di una terra natale – le istanze concretiste si erano poste sotto l’insegna di un’arte che potesse fare da complemento alla pari dell’architettura moderna o che, più in generale, potesse interpretare al meglio l’arte di una società fortemente industrializzata: la scelta di procedere per moduli ripetuti sempre uguali a se stessi, come in una possibile reiterazione all’infinito, è in fondo figlia del principio di moltiplicazione infinita dell’oggetto. Allo stesso modo, la scelta di adottare supporti atipici, come le materie plastiche, non faceva che riconfermare questo nesso fra pittura e nuovi orizzonti del mondo artificiale creato dall’uomo.

La questione, però, non è così semplice, e il passaggio fra anni Cinquanta e Sessanta fa emergere proprio la difficoltà di riunire tutte le ricerche sotto un’unica insegna: quell’utopia, che era passata dalla mostra di Arte astratta e concreta in Italia del 1951 alle pagine di “Art d’aujourd’hui. Art et architecture”, si era infranta di fronte a una realtà molto più sfaccettata e plurale. Bisogna infatti prendere in considerazione due fattori di fondo. Da una parte la rapida metamorfosi di molti artisti nel corso di un decennio, specie quelli nati negli anni Venti, che dal problema del segno passarono a interrogarsi sul valore della superficie, optando magari per la monocromia. Un pittore come Carlo Nangeroni, per esempio, prese le mosse dalla pittura di gesto, come Emilio Scanavino, ma nel giro di pochi anni si era trasformato in un pittore di moduli circolari, tutto giocato sulla variazione di un unico elemento geometrico basilare. Sulla stessa via si colloca Guido Strazza, in cui la trasformazione da pittore gestuale ai rigori della geometria fu persino più austera e assoluta, plasticamente monumentale.

Turcato, ma soprattutto Sanfilippo e Accardi, rimasero invece fedeli all’idea di segno e del suo accumulo come elemento strutturante del campo pittorico, come se la superficie si dilatasse sotto l’effetto di un maggiore o minore addensarsi di piccole notazioni simili a una scrittura. Nel corso del decennio, però, come mostra in modo lampante il caso Accardi, quel segno sarebbe diventato più largo e autonomo, fino alla fluttuazione su un supporto trasparente, come se non ci fosse più un piano d’appoggio per quei segni, che andavano così a guadagnare uno spazio autonomo.

C’è però anche una generazione più giovane, nata nel corso degli anni Trenta, che non visse quella stagione di inizio anni Cinquanta, trovandosi in agenda problemi formali completamente diversi. Uno sguardo sugli anni Sessanta fotografa situazioni in movimento, in cui molti, pur partendo insieme, arrivarono in tempi diversi a chiarire le proprie ragioni espressive. Satta e Guarneri, per esempio, si presentano già chiaramente instradati sulla via del monocromo, sebbene con differenti gradi di rigorismo, dal più ascetico e strutturalmente fisso (Satta) a quello più aperto e disponibile a un tonalismo atmosferico (Guarneri); mentre per Ugo La Pietra sarà un passaggio inedito, momentaneo e del tutto inaspettato ripensando agli sviluppi successivi. Se un pittore come Mario Raciti sembra già approdato alla sua marca pittorica visionaria fondata su certi automatismi di scrittura pittorica, Valentino Vago è ancora in cerca di qualcosa, prima di dare alle sue notazioni minimali su un campo via via sempre più rarefatto un andamento elegante e filiforme. Claudio Olivieri, invece, non aveva ancora compiuto quel salto che lo porterà a far vibrare le superfici con una dissolvenza continua e rarefatta, optando per una fitta trama di segni che al contempo danno una struttura compositiva e l’idea di una superficie in movimento, che si flette ondulata sotto un insistito tratto colorato.

Eppure, non va mai dimenticato, gli anni Sessanta rimangono contrassegnati dalla “pop art”, e di quell’idea di un’arte più semplice e di immediata lettura. Non si può escludere, anzi è spesso abbastanza evidente, che anche l’arte astratta ne abbia risentito: il coefficiente “pop”, da alcuni celato più che da altri, ha chiarito le forme e dilatato il campo, dando al segno e alla tavolozza una leggibilità esplicita e meno sofisticata. D’altra parte, anche certe esperienze delle avanguardie storiche, che avevano già aperto la via dell’astrazione, come i Futuristi, potevano essere lette in una chiave “pop”: nel mito della macchina, finita la stagione di interventista ottimismo tecnologico, si era insinuato un punto di ironia, accanto ai colori sgargianti, completamente artificiali, dei nuovi prodotti industriali.

Ed è proprio su questo punto che si misura la metamorfosi definitiva dalle esperienze degli anni Cinquanta a quelle dei Sessanta: una maggior chiarezza e immediatezza di decifrazione formale, senza però rinunciare a un rapporto col mondo reale, e che anzi ha educato l’occhio a capire il risvolto estetico del mondo moderno.
 

Carla Accardi: Senza titolo

Carla Accardi: Senza titolo

Codice Accardi 1961
Tecnica Tecnica: Tempera alla caseina su carta intelata
Dimensioni Dimensioni cm 17x25
Anno Anno 1961
Numerazione  
Note Autentica a firma Carla Accardi su fotografia
Carla Accardi: Segni Arancio

Carla Accardi: Segni Arancio

Codice Accardi Sicofoil 1967
Tecnica Tecnica: Smalti su sicofoil
Dimensioni Dimensioni cm 20x13
Anno Anno 1967
Numerazione  
Note

Opera completa di teca in plexiglas

Autentica su fotografia

Riccardo Guarneri: Piccola costruzione grafica n.43

Riccardo Guarneri: Piccola costruzione grafica n.43

Codice Guarneri 1963
Tecnica Tecnica mista su tela
Dimensioni Dimensioni cm 40x50
Anno Anno 1963
Numerazione  
Note Autentica dell'artista su fotografia,
Ugo La Pietra: Strutturazioni tissurali

Ugo La Pietra: Strutturazioni tissurali

Codice La Pietra 1966
Tecnica Lastra di metacrilato lavorata a freddo
Dimensioni Dimensioni cm 100x100
Anno Anno 1966
Numerazione  
Note Autentica dell'artista su fotografia.
Ennio Morlotti: Vegetazione

Ennio Morlotti: Vegetazione

Codice Morlotti 1961
Tecnica Olio su tela
Dimensioni Dimensioni cm 130x100
Anno Anno 1961
Numerazione  
Note

Opera pubblicata a piena pagina nel Catalogo Generale dell'artista.

Autentica dell'artista su fotografia

Ennio Morlotti: Nudo

Ennio Morlotti: Nudo

Codice Morlotti 1969
Tecnica Olio su tela
Dimensioni Dimensioni cm 100x80
Anno Anno 1969
Numerazione  
Note Autentica dell'artista su fotografia 
Carlo Nangeroni: Senza titolo

Carlo Nangeroni: Senza titolo

Codice Nangeroni 1960
Tecnica Olio su tavola
Dimensioni Dimensioni cm 64x77
Anno Anno 1960
Numerazione  
Note Certificato autenticità su fotografia
Carlo Nangeroni: Serie Elementi scorrevoli

Carlo Nangeroni: Serie Elementi scorrevoli

Codice Nangeroni 1969
Tecnica Acrilico su tela
Dimensioni Dimensioni cm 70x70
Anno Anno 1969
Numerazione  
Note Certificato di autenticità su fotografia.
Claudio Olivieri: Implosione

Claudio Olivieri: Implosione

Codice Olivieri 1967
Tecnica Olio su tela
Dimensioni Dimensioni cm 150x180
Anno Anno 1967
Numerazione  
Note

Premio Michetti 1968.

Autentica su fotografia rilasciato dall'archivio Claudio Olivieri.

Claudio Olivieri: Senza titolo

Claudio Olivieri: Senza titolo

Codice Olivieri 1968
Tecnica Olio su tela su tavola
Dimensioni Dimensioni cm 36.5x40
Anno Anno 1968
Numerazione  
Note Autentica su fotografia rilasciata dall'Archivio Claudio Olivieri.
Mario Raciti: Carta bianca

Mario Raciti: Carta bianca

Codice Raciti 1965
Tecnica Olio su tela
Dimensioni Dimensioni cm 60x50
Anno Anno 1965
Numerazione  
Note

Opera pubblicata nel catalogo generale dell'artista.

Autentica dell'artista su fotografia.

Mario Raciti: Le ali rotte

Mario Raciti: Le ali rotte

Codice raciti 1968
Tecnica Olio su tela
Dimensioni Dimensioni cm 100x70
Anno Anno 1968
Numerazione  
Note

Opera pubblicata nel catalogo generale dell'artista.

Autentica dell'artista su fotografia.

Antonio Sanfilippo: Senza titolo

Antonio Sanfilippo: Senza titolo

Codice Sanfilippo 1960
Tecnica Tempera su tela
Dimensioni Dimensioni cm 65x92
Anno Anno 1960
Numerazione  
Note

Opera pubblicata nel Catalogo Generale di Antonio Sanfilippo.

Certificato di autenticità su fotografia.

Antonio Sanfilippo: Senza titolo

Antonio Sanfilippo: Senza titolo

Codice Sanfilippo 1961
Tecnica Tempera su tela
Dimensioni Dimensioni cm 60x50
Anno Anno 1961
Numerazione  
Note Certificato di autenticità su fotografia.
Vincenzo Satta: Senza titolo

Vincenzo Satta: Senza titolo

Codice Satta 1969
Tecnica Olio su tela
Dimensioni Dimensioni cm 75x100
Anno Anno 1969-1970
Numerazione  
Note Autentica dellìartista su fotografia
Emilio Scanavino: Groviglio

Emilio Scanavino: Groviglio

Codice Scanavino 1964
Tecnica Grafite su carta intelata
Dimensioni Dimensioni cm 48x65
Anno Anno 1964
Numerazione  
Note

Opera pubblicata su catalogo.

Certificato di autenticità a firma Giorgina Scanavino.

Guido Strazza: Scacchi

Guido Strazza: Scacchi

Codice Strazza 1968 4244
Tecnica Carbone, pastello, tempera su tela
Dimensioni Dimensioni cm 42x44
Anno Anno 1968
Numerazione  
Note Autentica dell'artista su fotografia
Guido Strazza: Ricercare

Guido Strazza: Ricercare

Codice Strazza 1968 54100
Tecnica Tempera su tela
Dimensioni Dimensioni cm 54x100
Anno Anno 1968
Numerazione  
Note

Opera esposta alla Biennale di Venezia del 1968.

Autentica dell'artista su fotografia.

Tino Stefanoni: Riflessi

Tino Stefanoni: Riflessi

Codice Stefanoni 1966
Tecnica Tecnica mista e applicazioni su faesite
Dimensioni Dimensioni cm 130x100
Anno Anno 1966
Numerazione  
Note Certificato autenticità rilasciato dall'Archivio Tino Stefanoni.
Giulio Turcato: Intersecante

Giulio Turcato: Intersecante

Codice Turcato 1968
Tecnica Olio su tela
Dimensioni Dimensioni cm 70x90
Anno Anno 1968-1969
Numerazione  
Note

Certificato di autenticità a firma Giulio Turcato.

 

Valentino Vago: M.314

Valentino Vago: M.314

Codice Vago 1967
Tecnica Olio su tela
Dimensioni Dimensioni cm 73x60
Anno Anno 1967
Numerazione  
Note

Opera pubblicata nel Catalogo Generale dell'artista.

Certificato di autenticità rilasciato dall'Archivio Valentino Vago

Valentino Vago: M.315

Valentino Vago: M.315

Codice Vago 1969 
Tecnica Olio su tela
Dimensioni Dimensioni cm 65x81
Anno Anno 1969
Numerazione M.315
Note

Opera pubblicata nel Catalogo Generale dell'artista.

Certificato di autenticità rilasciato dall'Archivio Valentino Vago.

 
Oltrearte Galleria Contemporanea
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